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Il cuore languiva

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Il cuore languiva da molto ed io l'ho lasciato languire volevo, volevo morire 4 volevo esser presto sepolto... Un giorno gli dissi, ricordo: Perchè stai languendo io non so; se ti manca l'amor, te lo do... 8 comandami, tutto t'accordo... Ma il picciolo cuor favellò: non è già per mancanza d'amore che agonizzo, mio dolce signore, 12 ma perché troppo amor mi stancò!

Il mio cuore dissangua

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Tutta l'anima mia, tutte le pure gioie godute nella giovinezza; ogni mia più soave tenerezza, tutte le mie speranze malsecure 5 nelle loro precoci sepolture, l'eterna immensurabile tristezza che il mio cuore dissangua ma non spezza offre alle mortali creature. Anima, come vano, come vano 10 l'amor tuo, come triste il disinganno! - Sergio Corazzini

Vi tiene il cuore una malinconia indefinita

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Signora, siete un poco stanca, oggi, non è vero?  E perché?  L'ultimo ballo vi fece male al cuore, senza fallo, 4 poi che siete sì pallida!  Ne i poggi sono assai rose, ne volete?  a fasci  io ne corro per voi.  Non rispondete? La vostra bella bocca ha sempre sete 8 di baci?  O pur volete ch'io vi lasci  sola?  V'è indifferente?  Oh mia signora vi tiene il cuore una malinconia indefinita, forse;  forse oh mia  bionda signora rimpiangete  un'ora d'oblio felice!  Dolce il carnevale vi fu, se tanta nostalgia vi punge, se ancora un'eco di follie vi giunge 16 ne la malinconia quaresimale! - Sergio Corazzini

Perduti sotto un tetro cielo

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I. Anima cara, come un filo d'oro, ignoto a questi nostri occhi mortali, ne le quiete, pie notti invernali, o ne le bianche aurore, a messidoro, sonoramente lega tra di loro le tremule fiammelle siderali, occhi d'angioli, acuti come strali, o tremolanti in tenero martoro, anima cara, come fine stelo sorregge il giglio, candido vasello, e se lo stelo muore, il giglio muore; così, perduti sotto un tetro cielo, voi mi siete sorella, ed io, fratello, malinconicamente, nel dolore. II. L'alta disperazione che ne invade l'anima vinta ne la sua battaglia, l'anima fiacca, che non più si scaglia ardita contro le inimiche spade, questa disperazione è l'avvisaglia che Tánatos già batte nostre strade, e poi che cadde il cuor, l'anima cade, or che raggio di sol più non l'abbaglia. Oh, lasciate, lasciato ch'io mi dolga. Amica, se quest'anima vanisca dopo il suo tetro disperato pianto, poi che non v'ha una bara che l'accolga, non v'ha una ro

Tanto arde in me

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Scrivi e non so perché.  Non ho più cose  da dirvi, e pure tanto arde in me la fiamma de le labbra dolorose de le labbra vermiglie come se fossero molli petali di rose che, sperduti pei cieli, con un lento abbandono la bocca vi baciarono e presi da quel novo incantamento avvinti su le labbra vi restarono; tanto arde in me senza soffi di vento la fiamma azzurra dei vostri occhi azzurri melanconici come un cielo tutto eguale, senza rapidi sussurri, silenzioso nel suo triste lutto senza una voce che al core sussurri, tanto arde in me la fiamma silenziosa fatta d'insidie, che non so pensare bocca, più de la vostra, dolorosa, occhi che sieno più simili al mare dei vostri, ne la veglia dilettosa! Ieri vi ho attesa e non siete venuta. Non veniste, perchè? Nulla, vi disse, nulla il cuore ne l'ora convenuta? nulla, nulla, la vostra anima disse? Ogni cosa rimase allora muta? Ne l'attesa, vi colsi le più belle, le fragili rose, ne intrecciai una catena al lume de le stelle,